Sta arrivando e promette di risolvere alcune delle annose questioni legate al mancato pagamento dei servizi di telefonia. Stiamo parlando di SIMOITEL, una banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia fissa e mobile, capace di contenere tutte le informazioni sulle morosità intenzionali.
Con morosità “intenzionale” ci si riferisce ai mancati pagamenti di fatture legati alla precisa volontà dell’utenza di non provvedere al saldo, senza che vi sia una ragione contingente, l’impossibilità motivata di provvedere al pagamento, un reclamo ufficiale o un tentativo di conciliazione obbligatorio (Co.Re.Com).
Grazie a SIMOITEL le compagnie telefoniche potranno condividere informazioni sui propri clienti morosi, che però dovranno essere circoscritte ai soli mancati pagamenti: il database gestito dal CRIF non potrà infatti contenere altri dati giudiziari o sensibili, come nel caso di protesti o pregiudizievoli.
L’iscrizione alla banca dati di SIMOITEL può avvenire quando sono presenti contemporaneamente tutti i seguenti presupposti:
- è stato esercitato il recesso dal contratto da non meno di tre mesi, da parte cliente o dell’operatore di telefonia;
- risultano mancati pagamenti per almeno centocinquanta euro;
- risultano non pagate una o più fatture nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto;
- non risultano altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore di telefonia;
- non risultano inoltrati formali reclami/contestazioni, istanze di conciliazioni o comunque istanze di definizione di controversie dinanzi agli organi competenti;
- l’operatore di telefonia ha inviato al cliente la comunicazione di preavviso dell’imminente iscrizione alla banca dati SIMOITEL, almeno trenta giorni prima.
Essere iscritti al SIMOITEL equivale a correre il rischio che gli operatori di telefonia possano rifiutarsi di esaudire le vostre future richieste di attivazione, perché considerati “cattivi” pagatori, non importa con quale compagnia telefonica sia stato accumulato il debito passato.
Di fronte a uno scenario come questo noi di Praesidium siamo certi si verificheranno situazioni tra le più cervellotiche, con clienti ritenuti insolventi nonostante l’invio di reclami e i disservizi subiti.
D’altronde non è mistero che spesso le compagnie telefoniche manchino di rispondere (o di farlo in maniera obiettiva) ai reclami delle utenze, pertanto come si fa a stabilire se questo strumento, pur gestito dal CRIF, non commetterà degli errori anche grossolani ?
Ci si intenda, almeno sulla carta lo strumento si pone un giusto obiettivo: arginare il fenomeno dell’insolvenza intenzionale. Ma se consideriamo la disinformazione che circonda il settore delle telecomunicazioni, dove strumenti come il “reclamo” e la “carta dei servizi” sono scarsamente pubblicizzati e conosciuti, non è possibile escludere che presto si creerà una vera e propria zona d’ombra, difficilmente gestibile, dove finiranno tutti quei casi in cui le comunicazioni sono state smarrite e non prese in considerazione dalle parti.
Concludendo, da parte nostra non possiamo che raccomandare cautela, e consigliarvi di ripercorrere la storia dei vostri rapporti contrattuali con gli operatori telefonici passati e presenti. Se non avete regolarizzato la vostra posizione economica con una compagnia telefonica, potreste ritrovarvi nella spiacevole posizione di vedere rifiutate le vostre richieste future.
Praesidium è al fianco dell’utenza business anche in questi frangenti, se ritenete di avere dei “sospesi”, potete contattarci e chiederci d’intervenire in Vostro supporto. Insieme troveremo il modo migliore di risolvere il problema ed evitare che possa ripresentarsi in futuro.
Il Team di Praesidium